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Ti è mai capitato di usare impropriamente le parole “liquore” e “distillato” come sinonimi? O di fermarti a pensare a quale fosse la differenza tra i due termini? Di sicuro, per evitare ogni tipo di errore, si potrebbe utilizzare la parola “alcolico”, il cui significato più ampio racchiude in sé anche quelli dei protagonisti del nostro articolo.
Tuttavia, oggi vogliamo toglierti qualsiasi dubbio e svelarti finalmente come distinguere il liquore dal distillato in ogni dettaglio. Buona lettura!
Liquori
I liquori sono apprezzati come digestivi o aperitivi e sono impiegati nella preparazione di cocktail e long drink. Ma cosa sono in senso tecnico? Si definiscono liquori gli alcolici prodotti dalla miscelazione di una base alcolica pre-esistente a zucchero, acqua, coloranti (artificiali o naturali come il caramello), aromi (frutta, erbe, fiori, radici, semi ecc.).
Esistono numerosi tipi di liquore, ognuno con le sue caratteristiche, ma con gli stessi ingredienti primari. Zucchero e aromi sono le componenti principali e distintive: il primo conferisce al liquore la tipica consistenza densa e “cremosa”, grazie ad una concentrazione minima di 100 g/l. Le diverse sostanze aromatizzanti, utilizzate per la produzione del singolo liquore, donano carattere e unicità al prodotto.
L’unica cosa che li differenzia davvero è la metodologia di produzione utilizzata. Conosciamo insieme i liquori più conosciuti suddivisi per metodo di produzione, aiutandoci con lo schema di seguito.
-AROMATIZZAZIONE di alcol etilico con oli essenziali: questo è il caso del Liquore N.4 del Podere Santa Bianca;
-MACERAZIONE a freddo di frutta, frutta secca, fiori e altri prodotti agricoli con alcool etilico: processo con cui sono prodotti ad esempio il Mistrà, il Nocino o il Mirto;
-INFUSIONE a caldo di sostanze vegetali aromatiche nell’alcool etilico: tecnica con cui si producono ad esempio l’Alchermes o il liquore Strega;
-PERCOLAZIONE: l’estrazione delle sostanze aromatiche viene realizzata facendo passare lentamente acqua calda o alcol etilico caldo sulla materia prima che è stata adagiata su un sistema filtrante. Il solido che è trattenuto sul filtro arricchisce dei componenti aromatici che caratterizzano il prodotto finale.
–DISTILLAZIONE DI UN INFUSO ALCOLICO: metodologia di produzione, ad esempio, della Sambuca e del Cordale.
Macerazione
Vediamo ora nello specifico una delle metodologie più utilizzate per la produzione dei liquori: la macerazione. Si tratta di un processo di estrazione dove il componente solido deve rimanere a contatto con il liquido per un periodo medio lungo.
Il tutto deve avvenire a temperatura ambiente all’interno di un barattolo ermetico. Il recipiente usato per questa preparazione deve essere rigorosamente a tenuta ermetica per impedire l’evaporazione delle sostanze volatili, quindi sarebbe bene usare per esempio vasi di vetro.
L’importante, per la macerazione, è immergere le sostanze completamente nell’alcool, perché le parti non del tutto coperte si altererebbero finendo con il rovinare il prodotto. Essa deve avvenire anche al riparo dalla luce solare, dato che anche il contatto diretto con quest’ultima rischia di guastare il risultato finale.
Le tempistiche di estrazione in alcol, con il processo di macerazione, vanno da un minimo di 3 giorni fino anche a 2 mesi, e dipendono dalla spezia/frutta utilizzata.
Questa è una tecnica molto semplice che richiede davvero poco materiale e si può provare anche a casa. Limoncello e Nocino, ad esempio, sono sicuramente tra i liquori homemade principali prodotti tramite questa tecnica.
Il rapporto tra spezie ed alcol è soggettivo e i tempi di infusione variano a seconda della spezia:
-SPEZIE DURE (bacche, radici, cortecce):10 giorni
-FOGLIE, FIORI E AGRUMI: da i 3 ai 4 giorni
Il volume alcolico ideale varia anch’esso in base alla spezia:
AGRUMI: 96%
BACCHE, RADICI, CORTECCE, FOGLIE E SEMI: 40%- 80%
FIORI: 30% – 40%
Distillati
Cosa sono invece i distillati? Sono sempre alcolici, ma questa volta prodotti dalla distillazione di mosti fermentati (vini, tuberi, cereali, frutta ecc.), attraverso strumentazioni apposite come il tipico alambicco o il distillatore provvisto di caldaia e tubo di raffreddamento.
Nello specifico, prima di tutto bisogna ottenere il mosto attraverso la macinatura, torchiatura e fermentazione (dai 2 ai 30 giorni) delle materie prime e solo successivamente si procede con la seconda fase: la distillazione.
Al contrario rispetto a quanto succede per i liquori, per i distillati lo zucchero può essere presente, sotto forma di caramello, in piccolissime dosi e con l’unica funzione di conferire un colore più o meno ambrato. In alcuni casi, in seguito alla distillazione, vengono infusi frutti o erbe per aromatizzare ulteriormente il prodotto.
Ciò che distingue i distillati tra loro è la base di partenza, che può essere molto diversa. Vediamo dunque i principali distillati suddivisi per base.
– VINO: base ad esempio del Cognac e del Brandy;
– CEREALI: base per il Whisky, lo Scotch o il Gin;
– FRUTTA: base del Calvados;
– PIANTE O TUBERI: come la base della Vodka o del Rum.
Ti è chiara ora la differenza tra liquore e distillato? Per qualsiasi dubbio, lasciaci un commento!
Credits: https://www.gabrielliquirino.it/blog-vino-e-distillati/liquore-o-distillato/7
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